I santi si incontrano
80 anni dal ritrovamento del corpo di san Nicola
Il 14 febbraio del 1926, alle ore 18.00, è avvenuto il ritrovamento del corpo di san Nicola, che era stato nascosto a causa del fanatismo esistente nel medioevo di andare alla ricerca di reliquie di santi per devozione, ma anche per farci commercio. La stessa sorte del corpo di san Nicola era toccata, per esempio, anche a quello di san Francesco e di santa Chiara.
I frati del convento di Tolentino decisero di nasconderne il corpo dopo il sacrilego taglio e furto delle braccia del Santo da parte di un agostiniano tedesco.
Il padre Nicola Fusconi, arrivato a Tolentino pieno di entusiasmo per la devozione a san Nicola, volendo ritrovare i resti mortali del Santo, diede inizio agli scavi nel Cappellone, sotto il quale vennero, infatti, rinvenuti il cranio e altre ossa. Dopo tre anni di processo si provò scientificamente che le ossa ritrovate erano compatibili con quelle delle braccia di san Nicola, dal 1488 custodite in un forziere nel Santuario.
Pochi giorni dopo il ritrovamento, il 18 febbraio, venne in visita al convento don Luigi Orione, di cui ancora si conserva la firma, che volle portare via con sé un po' di terra dal sepolcro del Santo, dal quale ottenne diverse grazie, tra cui anche la guarigione di un confratello.
Don Orione era amico del Servo di Dio don Umberto Terenzi, parroco del Santuario del Divino Amore di Roma. Quando don Orione andò a trovarlo, don Umberto gli affidò subito alcune intenzioni di preghiera da rivolgere alla Beata Vergine Maria, per la congregazione di suore oblate che aveva fondato e che stava affrontando diversi problemi. Don Orione gli rispose: "Ci mettiamo in concorrenza san Nicola e tutto andrà bene!" E così fu. Da quel momento il Servo di Dio rimase sempre devoto al nostro Santo. Più volte l'anno, don Terenzi veniva al Santuario di Tolentino, o da solo o con i confratelli e le suore, ma amava soprattutto venirci quando la Chiesa era chiusa, per poter pregare senza essere disturbato. In qualche occasione celebrò anche la Santa Messa e più volte lasciò offerte per le celebrazioni.
Ricordo che padre Fusconi lo riteneva il più grande dei devoti di san N icola. Egli offrì al santuario anche una lampada votiva, che ancora oggi arde presso l'Urna, accompagnata da una targa con su scritto: Al compatrono dell'Urbe san Nicola, questa lampada, perché arda perenne sulla sua tomba in Tolentino invocandone intercessione di grazie per la loro «Missione Mariana». L’Immacolata 1954.
Questo venerabile sacerdote volle che in ogni casa della sua Congregazione vi fosse un'immagine del Santo tolentinate.
I Santi che si incontrano: san Nicola da Tolentino, san Luigi Orione, il Servo di Dio don Umberto Terenzi e... padre Nicola Fusconi!
L'ultima volta che don Umberto venne a Tolentino mi lasciò un biglietto da visita con il suo autografo; ricordo che me lo diede con tanto amore, quasi fosse il suo testamento.
Padre Fusconi raccontava che a consacrare la Cripta del Santo fu il vescovo diocesano, mons. Luigi Ferretti, al quale, secondo le norme liturgiche in quanto vescovo consacrante, spettava anche di celebrarvi la messa. Ma questo vescovo, amico degli agostiniani e devoto di san N icola, volle cedere questo privilegio a padre Fusconi, che ne fu profondamente commosso.
La Cripta fu inaugurata nel 1932. La bellissima Urna di san Nicola, realizzata nel 1930 in via dei Coronari (presso piazza Navona a Roma), prima di essere portata a Tolentino fu mostrata in Vaticano a Pio XI, che si congratulò dell'opera d'arte e diede la sua benedizione.
Una curiosità: per eseguire l'Urna venne preso come modello un antico sarcofago che ancora oggi si può vedere nel chiostro di san Paolo fuori le Mura. Il tetto ha gli stessi elementi e colonnine del chiostro: Nei pannelli ci sono immagini di san Nicola, sant'Agostino e di altri santi e beati agostiniani, nei timpani emblemi cristiani, ripresi da mosaici bizantini, e vari stemmi: quello del Papa, del Vescovo, dell'Ordine, di Tolentino e del cardinale Tacci, grande benefattore del Santuario. Ai lati ci sono delle aquile in riferimento a sant' Agostino, Dottore della Chiesa.
Il corpo di san Nicola, a cui vennero unite le Sante Braccia, fu composto nella nuova Urna con il capo coperto da una maschera d'argento, copia dell'immagine del Santo dipinta nel Cappellone nelle scene dei suoi funerali e della sua apoteosi.
Le Sante Braccia, venerate per oltre sei secolo nella Cappella, detta appunto delle Sante Braccia, si conservano mummificate con la pelle, le unghie e le dita molto affusolate.
Tutti conoscono il miracolo di san Gennaro perché ogni anno, a scadenze fisse, si rinnova. Pochi sanno, invece, delle effusioni di sangue dalle Braccia di san Nicola avvenute nel corso dei secoli almeno trentasei volte, undici delle quali seguite da processi canonici. Qualche volta l'emanazione durava mesi, a volte avveniva durante la processione della festa del Santo, spesso alla presenza di personaggi come papi, principi, santi ecc. Famosa fu quella verificatasi nel periodo napoleonico.
Tante sono le reliquie, tovaglie e altre stoffe intrise del sangue di san Nicola, sparse per il mondo, richieste da principi, monasteri ecc. Nel Santuario di Tolentino le reliquie del Santo sono esposte alla venerazione dei fedeli nella mistica ombra della Cripta, in attesa della Risurrezione finale.