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La chiesa e il convento di S. Nicola
a Brou


Margherita di Barbone in occasione di un incidente che nel 1480 capitò a suo marito Filippo di Bresse fece un voto di fondare a Bresse un monastero ai Benedettini. Ma la devota principessa morì senza dar compimento al suo voto e in seguito morirono anche suo marito e poi lo stesso figlio Filiberto Il Bello. Alla moglie di questo, Margherita d'Austria, rimase l'impegno di assolvere il voto. E questa chiese al Papa Giulio II di commutare il voto della suocera ottenendo di poter costruire un Convento per gli Agostiniani della Congregazione Lombarda da dedicarsi a san Nicola da Tolentino. Questo cambiamento si spiega perché tanto lei che il suo consorte avevano quale direttore spirituale un Padre Agostiniano.
In tal modo Bresse si vide arricchita di un monastero agostiniano e di una chiesa dedicata al grande Taumaturgo del Piceno e la città di Brou divenne il centro del culto a san Nicola. La stessa principessa circondata dal suo consiglio e da tutta la popolazione volle porre con solennità la prima pietra il 2 gennaio 1507.
Il convento costruito sotto la direzione degli Agostiniani fu completo nel giro di sei anni e dal 1512 l'ufficiatura della chiesa e la vita regolare della Comunità non vennero mai meno fino alla rivoluzione francese che nel 1790 cacciò i religiosi.
La chiesa, completata con più lentezza perché curata con magnificenza, fu pronta per la consacrazione nel 1532. Che il tempio fosse dedicato a san Nicola si vedeva dal ripetersi delle immagini del Santo che campeggiava sull'altare ,maggiore, sulla facciata, sul pulpito e nel mausoleo di Margherita d'Austria.
La grande tela raffigurante san Nicola in estasi e destinata quale pala dell'Altare maggiore non fu pronta che molti anni dopo per la trascuratezza del nipote ed erede di Margherita, l'imperatore Carlo V. Intanto al suo posto venne collocata una splendida tela di N. S. dei Sette Dolori. Ecco perché la chiesa di Brou fu nota anche con questo attributo della Madonna.
Naturalmente i Papi arricchirono questa Chiesa con indulgenze, privilegi e favori spirituali pari a quelli concessi all'altra Chiesa Agostiniana di S. Maria del Popolo a Roma. In tempo di Pasqua e anche in altre solennità due Penitenzieri maggiori avevano le stesse facoltà di quelli delle Basiliche Romane.
Così la Chiesa fu sempre frequentatissima anche da altre zone della Francia. Il 10 settembre vi veniva celebrata la festa del Santo con grande solennità, si distribuivano i Panini benedetti ai quali si attribuivano non pochi prodigi. Ai pellegrini popolani si univano con pari fede nobili, principi e re. Nel 1630 Luigi XIII, per interessamento della regina Madre che inviò a Brou due religiosi agostiniani, ottenne la guarigione per l'intercessione di san Nicola. Così nel 1658 la contessa di Montrevel e nel medesimo anno un gentiluomo del Conte di Montrevel; 10 anni prima fu miracolosamente soccorso il Marchese di Polignac.
La celebrità taumaturgica di san Nicola fece sì che molte città in Francia si posero sotto la sua protezione. La città di Bourg aveva usanza di recarsi processionalmente alla chiesa di San Nicola in ogni caso di necessità. Ne conserviamo conferma in una delibera consiliare di quella città in data 27 aprile 1620. Nel 1629 vi fu la peste in tutta la regione. Allora fu compiuto un atto solenne e memorabile che nel processo verbale del 10 gennaio così dice: "Sul quale argomento è stato deliberato che prima di ogni altra cosa si debba far ricorso a Dio con la intercessione di san Nicola da Tolentino e far voto alla sua Chiesa di Brou affinché la misericordia di Dio si compiaccia ritirare la sua mano punitrice e placare il suo sdegno". Il voto consisteva nel solennizzare ogni anno il 10 settembre, andare processionalmente - Clero, Magistrati e Popolo - dalla Collegiata di N. S. di Bourg a quella di S. Nicola, assistere alla S. Messa solenne e offerta della cera da parte del sindaco.
Quando il pericolo fu scampato, il Sindaco in riconoscenza fece dipingere in una grande tela il Santo di Tolentino circondato da 10 medaglioni narranti i principali miracoli operati dal Taumaturgo.
Altre delibere del Consiglio comunale risalenti agli anni 1643 e 1675 hanno sempre per oggetto gesti di riconoscenza al Santo.
Nel 1628 fu la città di Lione a manifestare la propria devozione e gratitudine, parimenti nel 1629 la città di Mâcon. In vero tutti i Conventi agostiniani della Francia furono centri di devozione a san Nicola soprattutto a motivo dei panini benedetti. Ma in seguito con la bufera rivoluzionaria della fine del secolo XVIII, che scompigliò tutti i Conventi Agostiniani, sparì anche la devozione a san Nicola. Sopravvisse solo la Chiesa di Brou, anche se per 33 anni fu interrotta l'ufficiatura (1790-1823). Dopo il 1659 ripresero il Convento gli Agostiniani della Congregazione riformata della Francia, i quali subentrarono a quelli della Provincia Lombarda che rientrarono in Italia.
Nel 1790 gli Agostiniani furono cacciati dalla Chiesa di Brou e il Santuario di S. Nicola non fu più frequentato, i suoi beni vennero depredati e fortunatamente si conservò rispetto per le preziose opere d'arte. lI Convento fu adibito a rifugio dei sanculotti, poi a prigione e caserma, magazzino e stalla con tutte le conseguenze facilmente immaginabili.
Tramontato il potere napoleonico il Conte d'Artois (poi Carlo X) restaurò la Chiesa di Brou e il 22 ottobre del 1814 quel luogo santo fu restituito a Dio e a san Nicola. Nel 1823 il Convento di S. Nicola fu messo a disposizione della Diocesi di Belley per la residenza del Seminario che con la presenza dei giovani ridiede la vita all'antico chiostro. Tra gli alunni di questo Seminario ricorderemo S. Pietro Chanel e il S. Curato d'Ars. Nel 1898 il giorno 11 novembre, 75° della fondazione del Seminario di Brou il rettore raccolse dai registri i nomi di 1437 preti ordinati all'altare di san Nicola dai sette Vescovi succedutisi dal 1825 in poi. In seguito lo zelo e la devozione dei Vescovi ottennero il maggior lustro del Santuario anche con l'arricchimento spirituale di privilegi e indulgenze che resero celebre il luogo e le reliquie del Santo. La festa del 10 settembre fu restituita al suo antico splendore e la solennità delle celebrazioni sottolineava la fede dei Pastori e dei fedeli che vollero la Chiesa di S. Nicola coronata anche da un meraviglioso concerto di campane di cui per oltre trent'anni era stata priva allorché la rivoluzione francese aveva tolte le precedenti.
E San Nicola si faceva sempre più presente con la sua protezione che spesso diveniva portentoso miracolo. Come quando nel 1894 un religioso francese che con altri confratelli connazionali abitava in Gerusalemme, fu colto da febbre maligna che resisteva ad ogni cura mettendo in rischio la vita. Per consiglio del suo Superiore, che attesta il fatto, ricorse a San Nicola, gli furono inviati dei Panini da Brou e la guarigione segui puntualmente.

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