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L’arte nel tempio di Brou dedicato
a San Nicola da Tolentino


Bourg-en-Bresse città della Francia orientale, capoluogo del dipartimento dell’Ain situata nella riva sinistra della Reyssouze è l'antica capitale della Bresse, regione fertile e ben coltivata che si estende ad ovest del Giura. La città a pianta inglese, molto interessante dal punto di vista regionale, ha stabilimenti di acque minerali, fabbriche di candele, concerie ecc. Le prime notizie storiche di questa città risalgono al 1184. Nel 1250 Bourg ottenne i primi privilegi. In seguito a un matrimonio passò ai Savoia. Nel 1536 fu presa da Francesco I e restò sotto la Francia sino al trattato di Chateau-Cambresis e ceduta di nuovo ai Savoia. Nel 1601 fu definitivamente riunita alla Francia. Sotto Luigi XIII fu demolita la cittadella e smantellate le fortificazioni.
Il Santo curato d'Ars ecco come ricorda il suo soggiorno in questa zona: "Ascoltate, quando ero parroco di Bresse, dovendo per un certo tempo sostituire i miei confratelli, quasi tutti malati, mi trovavo spesso a percorrere lunghi tratti di strada; allora pregavo il buon Dio e il tempo, siatene certi, non mi pareva mai lungo".
Il tempio di Brou fu costruito dal 1508 al 1537 grazie alla pietà di Margherita d'Austria, zia di Carlo V. Fu dato l'incarico a Giovanni Perréal che ne delineò il disegno. Caduto però in disgrazia di Margherita, gli fu sostituito il fiammingo Von Boghem che modificò il primitivo disegno. Questo edificio appartiene al terzo periodo ogivale che non ha mai altrove meglio meritato il nome di gotico fiorito, gotico sfavillante anche se vi si palesa la rinascenza. Eseguito da artisti francesi, italiani, tedeschi e fiamminghi, concentrando in sé le più grandi arti d'Europa, riuscì un lavoro perfetto. Certamente è la Chiesa che, architettonicamente parlando, è la più bella tra quelle dedicate a San Nicola da Tolentino.
Un tempo al di sopra dell'incrocio del transetto della navata si innalzava una guglia e la torre addossata al transetto meridionale era coronata da una splendida balaustra in pietra bianca sormontata da un globo con la croce. Originariamente vi erano tetti alla francese molto più alti e aguzzi. Tegole colorate formavano losanghe regolari e così variopinte animavano l'aspetto esterno dell'edificio. Già dalla tripartizio ne della facciata si intuisce la configurazione della pianta dell'edificio la cui facciata è alta m. 35 e larga m. 38.
Due piccoli confrafforti sui lati preannunciano la presenza delle cappelle laterali, mentre altri due più poderosi, decoratissimi, inquadrano la zona centrale della facciata che corrisponde alla navata maggiore, suddivisi da due gallerie in tre piani: in quello superiore è il frontone con il fastigio ornato da un fiorone e da due pinnacoli: esso è aperto da tre vetrate triangolari che inquadrano un rosone.
Il portale è la parte più interessante della facciata. Sul trumeau è collocata la statua di San Nicola da Tolentino. Nel timpano è un "Ecce homo" adorato da Filiberto e Margherita presentati dai loro santi patroni e quattro angeli con cartigli.
Le due facciate laterali sono di un disegno più severo e di uno stile più puro: quella a nord è dedicata a Sant'Agostino e contiene anche una bella statua dell'Immacolata; quella a mezzogiorno è dedicata a S. Monica, ha un portico che distrutto dalla rivoluzione francese fu rifatto nel 1893 e mette in comunicazione con l'edificio claustrale.
"Appena si entra, diceva il cicerone di questo monumento del sec. XVIII, si vede una Chiesa sì bella e sorridente, di architettura gotica delicata e proporzionata che tutto attrae, tutto incanta e nulla offende; ogni cosa desta ammirazione e riempie di gioia, si approfondisce e in cuore si ringrazia Dio della fatica affrontata per venire a visitarla".
L'interno è quanto mai suggestivo, specialmente al mattino allorché la navata è totalmente illuminata dai raggi del sole che brillano attraverso le vetrate del coro. Le dimensioni ne mostrano la grandiosità: dall'ingresso fino all'ambone m. 38 di lunghezza, la larghezza è di m. 30 e l'altezza di m. 21 nella navata centrale e m. 11,60 in quelle laterali, 6 grandi colonne e 8 pilastri sostengono tutto l'edificio: le finestre del piano occupano in ciascuna galleria lo spazio compreso tra i pilastri in modo da dare l'aspetto di un continuato finestrone. Il disegno delle finestre laterali di stile francese il più puro si differenzia da quelle della facciata che sono a rosoni. Un tempo transenne e cancellate di legno in stile rinascimentale trasformavano le navatelle più esterne in una serie di cappellette con ampie finestre.
Appena entrati si scorge in fondo lo "jubé": l'usanza di separare la navata dal coro mediante un tramezzo diviene usuale tra il secolo XV e XVI. Qui in modo particolare il tramezzo doveva celare alla vista i tre monumenti sepolcrali sistemati nel coro e permetteva a Margherita d'Austria di passare dai' suoi appartamenti nella cappella. Sotto i suoi archi si apre una porta fiancheggiata da due altari dedicati uno a Sant’Agostino e l'altro a San Nicola da Tolentino. Lo "jubé" ha la forma di portico con numerose nicchie e statue di personaggi dell'Antico e Nuovo Testamento.
Nel coro motivo di grandissima meraviglia è la doppia fila di 64 stalli di quercia scolpita. Gli stalli furono eseguiti fra il 1530 e il 1532 da maestranze di Bresse. Le statuette poste sopra le mensole e i baldacchini e i gruppi di figure, scolpite a mezzo rilievo sui panneli d'ingresso agli stalli, rappresentano scene bibliche.
La pavimentazione di tutta la Chiesa era a mattoni mentre quella del coro aveva bellissime ceramiche smaltate tipo Faenza. "Era così bella, dice un contemporaneo, che quasi si provava dispiacere a camminarci sopra".

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